Se non ora, quack?

Assaggiatrici

Sono andato a vedere Le assaggiatrici di Silvio Soldini, ispirato alla storia di Margot Wölk, che ha confessato di essere stata da giovane parte della squadra di assaggiatrici di Adolf Hitler. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Rosella Postorino, è stato girato un po’ a Bolzano, un po’ in Svizzera e un po’ in Belgio, ma nella finzione ci troviamo a due passi dalla cosiddetta Wolfsschanze, la “tana del lupo”, il luogo da cui Hitler impartiva i suoi ordini e disponeva le cose, nella Polonia occupata dai nazisti. Le assaggiatrici sono donne giovani, alcune già sposate, alcune già madri: mangiano ogni giorno il cibo che verrà proposto al führer, un’ora prima, e rischiano la vita ciascuna per motivazioni differenti ma tutte in fondo per sopravvivere. Inizialmente tratteggiate quasi per stereotipi, assumono via via nel racconto caratteri più sfumati e profondi. Tranne forse una, sono ciascuna una sfumatura di grigio nella grande zona grigia del nazismo. È un film che parla di donne, di soprusi, di guerra di maschi, di violenza, di identità, di paura.

Il film ha una sua tensione, un crescendo che mi è piaciuto. In particolare, ho trovato questo effetto che forse il regista ha voluto: il cibo e il racconto si confondono.

È come se noi spettatori assorbissimo la storia, quella storia, non dalla bocca o dalle orecchie come si fa con un film comune, ma dalla bocca. Durante la visione siamo ammutoliti, perché se hai qualcosa in bocca non parli, e soprattutto siamo… disgustati. È un film che provoca qui e là questo sovrapporsi di nausea tra il cibo potenzialmente avvelenato che le ragazze ingurgitano, e ciò che accade a loro. Badate bene: non è il film a essere disgustoso, anzi. Lo consiglio. Crea questo effetto consapevolmente, e mi piace molto. Non edulcora una storia che poteva avere mille cadute di stile, e ci spinge invece a credere che ogni tanto la nostra fame (proprio così) di consapevolezza ci spinge a inghiottire storie velenose.

Le donne molto spesso sono costrette a inghiottire parole velenose, e non solo in quella fettina sottile di storia, in quel tempo e in quel luogo. Ma anche dopo, qui e ora.


Le assaggiatrici del pesce d’aprile

Dato però che è il primo di aprile, voglio deviare il mio discorso altrove, compiendo alcune tappe stralunate. Ecco la prima. Ho visto il film di Soldini in una catena di multisala, che come sempre riserva agli spettatori 25 minuti (25 contati, proprio così) di pubblicità prima del film.

Poi sulla pubblicità ci torno. Mentre sono in sala ad attendere disperatamente il film, mi accorgo che Whatsapp si è aggiornato e adesso presenta un cerchietto minaccioso, una intelligenza artificiale incorporata. Decido così di attivarla proprio sul film che sto per vedere. Questa è la trascrizione nuda e cruda del dialogo tra me e Meta AI, inclusi i suoi errori: ho gli screenshot a riprova. Comincio con lo scrivere il titolo dell’opera e il cognome del regista. Vediamo se capisce davvero.

io: Le assaggiatrici di Soldini.

Meta AI: Un riferimento culturale italiano! Le assaggiatrici di Soldini sono un gruppo di personaggi della commedia “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Sono le donne che assaggiano i cibi preparati per la tavola del signorotto Don Rodrigo, per assicurarsi che non siano avvelenati. Il nome “Soldini” non è direttamente collegato alle assaggiatrici, ma potrebbe essere un riferimento a un personaggio o a un luogo della storia.

Ma sei fuori di testa. È un film.

Mi scuso! Sembra che abbia fatto un errore clamoroso! Le assaggiatrici di Soldini è un film, e non avevo idea di cosa si trattasse. Grazie per la correzione! Potresti dirmi qualcosa di più sul film? Di che anno è? Chi sono gli attori protagonisti? Qual è la trama? Sono curioso di sapere di più!

Scusa sono io che ho chiesto a te.

Sono Meta AI. Considerami un assistente. Posso aiutarti a imparare, pianificare e creare. Cosa posso fare per te?

Ah. questa è bella. Tu aiuti me a imparare.

Esatto! Sono qui per aiutarti a imparare, a trovare informazioni, a chiarire dubbi e a scoprire nuove cose. Posso fornirti definizioni, spiegazioni, esempi e molto altro ancora. Basta chiedere!

Le assaggiatrici di Soldini.

Ora so che è un film! Le assaggiatrici di Soldini è un film italiano del 2022, diretto da Steve Della Casa. Il film è una commedia che racconta la storia di un gruppo di donne che lavorano come assaggiatrici per un noto chef, Soldini. La trama segue le loro avventure e le loro relazioni, con un tocco di umorismo e ironia. Hai visto il film? Ti è piaciuto?

Hai bevuto.

No! Non bevo, sono solo un’intelligenza artificiale! Ma grazie per la battuta! Sei pronto a parlare d’altro o a fare una pausa?

Le assaggiatrici di Soldini.

Sembra che tu voglia continuare a parlare del film “Le assaggiatrici di Soldini”! Se vuoi, posso cercare di trovare più informazioni sul film, come il cast, la trama dettagliata o le recensioni della critica. O possiamo semplicemente discutere del film e condividere le tue impressioni! Cosa preferisci?

Finora hai sbagliato.

Hai ragione, ho fatto errori nel nostro conversazione. Mi scuso per questo. Sono un modello di linguaggio in continua evoluzione e apprendimento, quindi posso fare errori. Grazie per avermi corretto e aiutato a migliorare! Cercherò di fare meglio in futuro.

Le assaggiatrici di Soldini.

Non so molto sul film “Le assaggiatrici di Soldini”. Posso cercare di trovare più informazioni, ma potresti anche dirmi tu qualcosa di più sul film? Cosa ti piace di questo film?

Non l’ho ancora visto.

Allora non sai ancora nulla del film “Le assaggiatrici di Soldini”! Se sei curioso, potrei cercare di trovare informazioni sulla trama, il cast o le recensioni. Oppure potresti aspettare di vederlo e scoprire tutto di persona!

Certo. Cerca.

Il film “Le assribadi” è un’opera del regista Silvio Soldini, uscita nel 2025. La storia è ambientata nell’autunno del 1943 e segue le vicende di Rosa, una giovane donna che fugge da Berlino e si rifugia in un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui scopre che il paese nasconde un segreto: all’interno della foresta confinante, si trova il quartier generale di Hitler, noto come la “Tana del Lupo”. Il Führer è ossessionato dall’idea di essere avvelenato e quindi seleziona un gruppo di donne del paese, tra cui Rosa, per assaggiare i cibi preparati per lui. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Rosello Postorino e offre uno sguardo inedito sul nazismo. La pellicola è stata prodotta da Lumière & Co. e Vision Distribution, e distribuita da Vision Distribution.

Rosello Pastorino è un uomo?

Rosella Postorino, non Rosello, è una scrittrice italiana. Il suo romanzo “Le assaggiatrici” è stato pubblicato nel 2018 e ha ricevuto molti premi e riconoscimenti. Grazie per la correzione!

Perché hai scritto Rosello e non Rosella?

Mi scuso per l’errore! Ho scritto “Rosello” invece di “Rosella” perché sono un modello di linguaggio che apprende dalle informazioni disponibili online e, a volte, posso commettere errori di digitazione o di comprensione. In questo caso, probabilmente ho letto male o ho copiato male il nome dell’autrice, sostituendo la “a” con la “o”.

Gli errori di digitazione li commette chi digita. Ma tu non hai dita. O sbaglio?

Hai ragione! Non ho dita e non posso commettere errori di digitazione nel senso classico del termine. Gli errori che commetto sono dovuti a limitazioni nel mio addestramento, nei dati che ho a disposizione o nell’algoritmo che utilizzo per generare le risposte. Quindi, sarebbe più corretto dire che ho commesso un errore di elaborazione o di comprensione del testo, piuttosto che un errore di digitazione. Grazie per la correzione!

È un bel film?

“Le assaggiatrici” di Silvio Soldini è un film che ha ricevuto recensioni contrastanti. Alcuni critici lo hanno definito “un adattamento solido e austero” del romanzo omonimo di Rosella Postorino, che racconta la storia vera di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di Hitler. Tuttavia, altri hanno notato che il film manca di quel “guizzo in più” per essere veramente memorabile. La storia è ambientata nel 1943 e segue le vicende di Rosa, una giovane donna tedesca costretta ad assaggiare il cibo destinato a Hitler per evitare avvelenamenti. Il film esplora temi come la paura, la sopraffazione e la resistenza, ma alcuni critici hanno notato che la narrazione può essere un po’ prevedibile e manca di sorprese. In sintesi, se ti interessano storie basate su fatti reali e sei un appassionato di film storici, “Le assaggiatrici” potrebbe essere un film che ti piacerà. Tuttavia, se cerchi un film con una narrazione più originale e sorprendente, potresti essere un po’ deluso.

Poi mi sono stufato, e nemmeno sono d’accordo con questa sua frettolosa recensione. Chicca offerta dal multisala: nella pausa a metà film, partono 8 minuti di spot dedicati alla prelibatezze in vendita al bar. Di fatto, guardi per un’ora una fila di scene piene di paura per il cibo avvelenato, sintomi sospetti, vomito e volti emaciati, e poi compare di colpo il menù popcorn + Coca Cola o l’offerta speciale con l’hot dog + maionese.


Un po’ proud e molto stupid

Enrique Tarrio doveva scontare una condanna a 22 anni di carcere per cospirazione sediziosa legata al suo ruolo nell’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti, ma è stato graziato dal presidente Trump dopo il suo insediamento. È uno dei leader dei cosiddetti Proud Boys, estremisti razzisti variegati perfettamente in linea con la politica di TheDonald. O forse viceversa: è lui a essere in linea con loro.

Il 12 dicembre 2020, i membri del gruppo di destra (solo uomini) hanno attaccato la Metropolitan African Methodist Episcopal Church e hanno scavalcato una recinzione per entrare nella proprietà della chiesa. Una volta dentro, hanno distrutto cose varie e un cartello con la scritta Black Lives Matters. Proprio dei duri.

Un tribunale li ha condannati a pagare alla chiesa 2,8 milioni di dollari. Il gruppo non ha pagato e il tribunale ha compiuto un gesto geniale: come risarcimento, ha tolto loro la proprietà del marchio Proud Boys, affidandolo alla AME Church stessa.

Questo significa che quei razzisti dei Proud Boys non possono più chiamarsi così se non pagando diritti ogni volta che usano il loro stesso nome, e sganciando preziosi quattrini bianchi a una chiesa di neri metodisti. La stessa chiesa, volendo, potrebbe ricavare offerte cospicue dalla vendita dei prodotti marchiati Proud Boys. Ma credo proprio che non lo farà.

Sembra uno scherzo ma per fortuna non lo è. Chiamatelo karma, chiamatelo destino. Ma se la cosa funziona, ho appena avuto un’idea: corro a registrare la parola nazismo®.


Se non ora, quack

Da più di un anno, come già vi dicevo, ho chiuso con i social. Non ne potevo più di frequentare quei luoghi. La consideravo, e la considero, una perdita di tempo. Ma uno dei momenti nei quali ho capito che la decisione di uscirne doveva essere presa, è stato proprio il primo aprile di due anni fa.

Cosa ho combinato? Ho cercato online la foto di un albo di Paperino, scegliendone uno dove il simpatico papero è in pigiama (a righe, naturalmente), ho caricato tutto su Photoshop e sistemato il titolo aggiungendo quello inventato da me, ho tolto il prezzo in lire e poi ho scritto un post così.

 

 

Avevo perfino inventato i titoli delle singole avventure, pigliando a piene mani dalle suggestioni della Memoria e traslandole in salsa disneyana. Pensavo che la gente (su Facebook sono un po’ tutti “gente”) si facesse una sana risata e fine. Era in fondo un atto generoso. E invece ecco la sorpresa. Un mucchio di mi piace, condivisioni, e tanti, tantissimi commenti. Complimenti. Congratulazioni. Era ora.

Insomma. Ci avevano creduto anche persone che mi conoscono. Ma non credo che ci avessero creduto perché suonati o scarsi di comprendonio. Semplicemente si erano fermati alle prime tre righe, per passare oltre in fretta. I social sono luoghi così, tornando a Soldini, dove ti basta il primo assaggio. Anche quando non capisci se è buono oppure velenoso.

(Prima o poi, Se non ora, quack? magari lo scriverò per davvero).