No surprises

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Spiegaglielo tu. Spiegaglielo tu, alla dodicenne che si odia, che un giorno potrà amarsi. Spiegaglielo tu, alla tredicenne che vede il suo corpo orrendo, spiegaglielo tu che un giorno si amerà. Spiegaglielo tu, che verrà amata per quel che dice, per come lo dice, per come muove le mani, per come s’addormenta sopra una spalla, che un giorno qualcuno, uomo o donna cosa importa, la capirà ascoltando una canzone, si tufferà nei suoi occhi, riconoscerà come è andata la sua giornata solo per come appoggia le chiavi sul tavolo, una volta rincasata.
Spiegaglielo tu, a chi vuole un futuro bello e non vuole accontentarsi di questi dittatori mediterranei di cui nemmeno i sassi vogliono più sapere nulla, spiegaglielo che per chissà quale calcolo li hai sostenuti, hai appoggiato il loro modo di fare, di presentarsi, le loro spacconate con la patta slacciata, il loro modo di trattare le diciassettenni, qui, là, nel nascosto dei loro letti, nelle luci delle loro feste, delle loro tivù. Spiegaglielo tu, alla sedicenne che viene a rivelarti di essersi innamorata di una amica, che verrà accolta in questo mondo come tutte le altre, con felicità per un amore che comincia, che un giorno qualcuno le darà una comunione, le dirà una benedizione. Spiegaglielo tu, quando avrai dedicato tutto il tempo che hai avuto a difendere una vita teorica, una esistenza da sussidiari delle elementari, e non avrai dedicato un attimo, una stortura di bocca, un abbraccio a una persona viva, esistente. Spiegaglielo tu, alla quindicenne che non sa che farsene della sua vita, alla ragazza che ha quel segno rosso sotto l’occhio e dice che è stato suo padre, spiegaglielo che hai difeso chi le ragazze le compra, le sfrutta, ci va a letto e poi le paga per tacere.

 

Un giorno non vedrai più i loro vestiti, i loro cartelli, le loro parole. Vedrai solo gli occhi di ragazze e di donne, senza sorprese.

Spiegaglielo tu, alla ragazza che ha fatto un viaggio lungo per essere qui, alla ragazza che ha i genitori magrebini, spiegaglielo che hai difeso un amico del loro dittatore, e che a furia di non riflettere sei diventato amico perfino tu di quei dittatori, con l’harem, col cammello, col colbacco, che differenza fa? Spiegaglielo tu, alla ragazza che vuole la verità, spiegaglielo che hai votato e sostenuto uno che è amico di chi ha ucciso chi la verità la raccontava. Spiegaglielo. Un giorno non vedrai più i loro vestiti, i loro cartelli, le loro parole. Vedrai solo gli occhi di ragazze e di donne, senza sorprese. E non saranno lì per te, come tu non sei stato mai lì per loro. Spiegaglielo tu, che verranno amate da uno che le tocca solo per carezzarle, da uno che le assume solo perché son brave, da uno che dà loro fiducia, potere, chiavi di porte importanti, sogni e qualche delicatezza, almeno ogni tanto; spiegaglielo che saranno donne belle ma se vorranno anche un po’ uomini, un po’ ometti, che non sono costrette a diventare conigliette, che avranno felicità e mai solitudine.

Ogni giorno che passa riesco a sorridere sempre di più a queste ragazze che incontro, a loro che dovranno lottare più di sempre, più di noi, per questo futuro strano e mezzo malato che stiamo consegnando loro, che stanno consegnando a loro quelli come te, che non apri gli occhi gratis, che scrivi ai giornali ogni settimana per difendere chi le uccide dentro. Spiegaglielo tu. Io di spiegazioni non so davvero più darne.