32 sentieri di amicizia
Mi piace quando mi chiamano perché “abbiamo trovato un libro ebraico e non sappiamo cosa sia”. Sono sempre pieno di curiosità e affetto per questi volumi del passato. È successo anche pochi giorni fa, e stavolta la sorpresa è stata tanta. Un Sefer Yetzirah! È un testo fondamentale della mistica ebraica. Me lo devo studiare bene, ma sembra essere di fine Cinquecento. Stampato a Mantova. Molto bello, ha il frontespizio rovinato ma il resto è in ordine.
È un testo che ci parla di formazione e di creazione, di come stanno in piedi le cose, del perché e del come esistono. È affascinante, misterioso e felice insieme. C’è dentro tanta sapienza, ma anche tanta voglia di capire. Ricorda a noi come il cammino della conoscenza abbia un grande passato, fatto di persone piene di dubbi e di desideri. Il Sefer Yetzirah mi è sempre piaciuto tanto, già dai tempi dell’università.
Ve lo ricordate, Daria, Gabriele, Davide? Sapete perché quel libro mi piace? Perché mi ricorda quegli anni, mi ricorda di voi, mi ricorda persone e tempi, callette veneziane piene di nebbia invernale, libri studiati nei lunghi viaggi in treno.
«Trentadue sentieri di mistero e saggezza ha tracciato il Signore d’Israele, vivente e re del mondo; Dio di potenza, pietà e misericordia, che risiede in eterno nelle altezze e il cui nome è Santo. E ha creato il suo mondo con tre forme d’espressione: con il numero, con la lettera, e con la parola».
Forse conoscere è ricordarsi dei legami che abbiamo. Forse la mistica ebraica, tutta la mistica, è solo una lunga, bella amicizia.