Andersen, 2018

Tra due settimane mi verrà dato il Premio Andersen 2018. Me lo consegneranno quelli di ANDERSEN la rivista e il premio dei libri per ragazzi. Si sa, è il massimo riconoscimento in Italia per chi lavora nell’editoria per ragazzi. Le motivazioni del premio sono queste: «Per l’appassionata e competente opera di ricerca, approfondimento e divulgazione intorno alla didattica della Memoria anche e soprattutto attraverso una molteplicità di forme espressive – letteratura, musica, teatro – capaci di coinvolgere a consapevolezza, pure grazie all’emozione, i bambini e i ragazzi. Per l’impegno nella letteratura e nella cultura per l’infanzia e adolescenza coniugando l’acribia del ricercatore, la passione dell’attivista e il talento del narratore».

Ma oggi porto nei pensieri tutti voi che avete fatto un pezzo di strada con me e continuate a camminare; voi amici e amiche, voi che avete reso più bello questo tempo, voi che avete creduto nel mio mestiere e nel mio modo di fare Memoria ben più di quanto ci abbia mai creduto io. Porto nei pensieri Grazia Nidasio, con la quale preparai il mio primo libro di racconti, Beatrice Masini, che è quella che ha fatto nascere tutto, Andrea Valente e Claudia Filipazzi che leggono sempre i miei libri ancor prima degli editori. Porto nel cuore poche buone persone che sempre, sempre, sono state con me. Le porto nel cuore perché per alcune di loro gli ultimi mesi sono stati molto duri, e nessun premio, e nessuna felicità, lo sappiamo, riesce a superare i dolori.

So che il premio è sproporzionato rispetto a quello che faccio e che sono, ma so anche che da domattina farò di tutto per meritarmelo.