Improvviso scherzo notturno

Improvviso scherzo notturno

RueBallu, Palermo
pp. 128 – € 20,00
ISBN 978-8895689173

Illustrazioni di Pia Valentinis

Chopin, senza Chopin…

Il libro è dedicato al grande musicista romantico Fryderyk Chopin. Le illustrazioni sono di Pia Valentinis. Un libro su Fryderyk Chopin dove la parola “Chopin” compare solo nel titolo. Un libro sul grande compositore ambientato tutto in uno strano camion che attraversa l’Europa da Varsavia a Parigi. Scritto e immaginato da Matteo Corradini.

Le illustrazioni di Pia Valentinis

Nota iniziale

Se Bartolomeo Cristofori non avesse inventato l’Arpicembalo col Piano e Forte, nessun viaggio avrebbe senso. Lo penso ogni volta che accendo il camion. Mi siedo sul sedile molleggiato a guardare la strada, controllo che gli specchi siano a posto e parto, vado, guido per ore e ore e alla radio cerco sempre di ascoltare pianoforti e ancora pianoforti mentre attraverso il mondo. A volte gli parlo, al camion. A volte lo considero tanto vicino da sentirlo quasi me stesso.
Le sue ruote portano qua e là la terra del pianeta. Quando lo lavo, trovo incastonati nelle righe dei copertoni i sassi che ho raccolto sul percorso. Li estraggo e li spolvero con le dita: non so da dove vengano ma per me sono preziosi. Ne tengo alcuni per ricordo in un vecchio barattolo della marmellata e ci scrivo sopra i nomi dei posti dove sono stato.
La polvere rimane sulle mie dita e tra le pagine dei libri che leggo: sono i miei passeggeri preferiti, li leggo mentre il benzinaio mi fa il pieno, oppure alla sera quando dormo accampato in qualche piazzola dal nome senza pronuncia. Sono libri dedicati ai pianisti, ai compositori e soprattutto ai loro pianoforti.
Non ho il tempo di andare ai concerti, anche se col mestiere che faccio potrei vedere i migliori in tutto il continente: chissà se farebbero entrare a teatro uno vestito così, come me. Con queste manone. La musica la ascolto nella mia cabina mentre guido al caldo. Infilo una cassetta e via, gioco ad andare piano perché la musica finisca prima della fine del viaggio.

E a dir la verità c’entra proprio con la musica quel che mi è accaduto negli ultimi giorni: un episodio misterioso, che ancora non riesco a spiegare e che forse non comprenderò mai.

Guido. Attaccato al mio camion c’è un rimorchio con un grande container, come un bambino ubbidiente che dà la mano a suo padre. Nel container ci sono casse e scatoloni da consegnare lungo il tragitto e un pezzo prezioso che mi onoro di portare: un pianoforte a coda. Ben imballato e protetto, legato stretto con le cinghie, il pianoforte deve andare da Varsavia in Polonia fino a Parigi in Francia: ho i documenti di consegna e ascolto musica in cabina.
È notte, una bella notte d’estate e intorno a me ci sono solo i contorni polacchi di alberi e alberi sul fondo del cielo grigio. Sono uscito dalla capitale già da qualche tempo e il pezzo di musica che ho fatto partire sta per spegnersi. È per pianoforte e il finale ha una nota lunga, lunga.
La nota prosegue dentro di me e mi spalma il cuore di dolcezza nel nero di quella notte. E prosegue anche dietro di me, dietro le mie spalle e oltre il ferro del camion e anche oltre il ferro del container, in una specie di eco, ma è più di un’eco, è un raddoppio vero e proprio: un richiamo sinistro nel bosco, un presagio.

“Perfino i rami smettono di agitarsi, tutto fa silenzio per ascoltare Fryderyk. Non è mai uscito niente di così bello dal mio container. Quando Fryderyk finisce e i camionisti salutano per andare a dormire, gli angeli battono le mani dai loggioni tra le nuvole…”.