Arrivederci, Hanneli

«Mercoledì 29 dicembre 1943. E Hanneli, è ancora viva? Che cosa fa? O Dio, proteggila e riportala qui da noi. Hanneli, in te vedo sempre come avrebbe potuto essere il mio destino, mi vedo sempre al tuo posto. Perché dunque spesso sono ancora triste per ciò che accade qui, non dovrei forse essere sempre contenta, soddisfatta e felice, se non quando penso a lei e ai suoi compagni di sventura? Sono egoista e vigliacca. Perché sogno e penso sempre a cose peggiori e vorrei quasi urlare per la paura?»

(Anne Frank, Diario. Traduzione di Dafna Fiano, a cura di Matteo Corradini, BUR Rizzoli)

Anne Frank scriveva queste righe nel suo diario, e mentre lo faceva Hannah Elizabeth Goslar, per le amiche semplicemente “Hanneli”, era già stata arrestata con la famiglia e deportata. Passata prima nel lager di transito di Westerbork, verrà internata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen dove incontrerà in seguito la stessa Anne. Hanneli Goslar aveva un anno in più di Anne. È sopravvissuta alla Shoah. Ha vissuto una vita piena e felice, quella che avrebbe potuto essere la vita dell’amica Anne.

Oggi se n’è andata, è partita. Arrivederci, Hanneli, ti abbiamo voluto bene. A noi che ci prendiamo cura del Diario, e delle amicizie che contiene, manchi già. E vi immaginiamo abbracciate anche ora, Anne e Hanneli, come tanti anni fa.