Due come noi per Anne Frank

Eccoci qua. Dafna Fiano e io. Uno scatto a casa di Anne Frank. No, non in Prinsengracht dove si nascose con la famiglia. Siamo in Merwedeplein, dove Anne abitava e dove non si può entrare, dove festeggiò il suo tredicesimo compleanno, dove ricevette il diario che le cambiò la vita e la cambiò anche a noi.
In questo luogo piccino, dove Anne passò gli anni più belli della sua vita, siamo tornati un mese fa per incontri e ricerca.
Nel 2015 avevamo preparato per Rizzoli la nuova edizione italiana del Diario. Dafna come traduttrice e io come curatore. Tredici mesi spalla a spalla, nonostante Dafna viva ad Amsterdam e io in Italia. Un lavoro febbrile e instancabile, che ci ha cambiati.

Ci siamo presi cura di Anne per più di un anno, tutti i giorni, notte e giorno. Ci siamo sentiti un po’ suoi genitori, noi che abbiamo già figlie e figli. O amici. Ci siamo sentiti vicini a lei. Lei eternamente giovane e noi che cambiamo.

Ed eccoci qui. Forse Anne aveva bisogno di due come noi, un po’ strampalati (io) e un po’ seri (Dafna). Entrambi responsabilizzati dal nostro compito: riportare in Italia le parole di Anne nella loro freschezza.

Quando Sami Modiano scrisse la sua prefazione, lui quasi coetaneo di Anne e fratello nella deportazione ad Auschwitz, capimmo che tutto sarebbe stato indimenticabile.

Lo sappiamo e ne siamo certi: il lavoro su Anne è stata la cosa più importante che abbiamo fatto nel nostro lavoro. C’è un prima e c’è un dopo, dove siamo ora. Ma soprattutto c’è stata e c’è Anne, per noi due, con le sue parole che ci hanno tenuto compagnia, non ci hanno mai abbandonato per tanti mesi, e non ci lasciano nemmeno ora.

Entrare nelle sue stanze, vedere da vicino il suo mondo, è ogni volta qualcosa di particolare.

Buon compleanno Anne. Ti abbiamo voluto bene. Come se ne vuole a una figlia.