Ridateci i compagni di banco

Ho chiesto alle ragazze e ai ragazzi di quarta superiore cosa cambierebbero subito a scuola per stare meglio.
«Ridateci i compagni di banco».«Ridateci i sorrisi a scuola».
Mi hanno risposto così, e io che non sono Ministro ci sono rimasto male, perché i compagni di banco non posso ridarglieli. Al limite posso chiedere di abbassare le mascherine per un istante, fingendo di bere dalla borraccia che tutti ormai hanno, e di sorriderci. Ma sai che gusto.
Non invidio chi ha dovuto prendere decisioni negli ultimi due anni. Non ho mai commentato le scelte del Governo perché dentro di me ho sempre pensato che grazie al cielo la pandemia non toccava a me gestirla.
Ma da mesi accade una cosa che temevo: la pandemia è diventata l’Argomento contro il quale nessun altro problema, dilemma, questione, disagio… valgono più.
Il covid è un problema. Questo non è mai da negare. È un problema grave, che ha generato e genera dolore. Ma è un problema, appunto.
I giovani, i ragazzi, i bambini, da due anni non vivono una esperienza naturale di scuola. Non vedono sorrisi. Non si toccano. Vivono in molti casi esperienze piene d’ansia, che ti raccontano con tristezza: sgridati se si passano un temperino, invitati a sollevare la mascherina tra una portata e l’altra in mensa. Il loro disagio è stato raccontato, studiato e spiegato già in molti modi e da esperti ben più preparati di me. Io ne vedo una parte, la parte dei miei incontri, dei miei teatri, delle cose che mi scrivono. E mi basta e avanza, è già pesantissima.
E mentre dal primo maggio alcuni luoghi torneranno alla normalità, e soprattutto i luoghi che la politica frequenta più volentieri (la ristorazione), e mentre altri continueranno in fondo a farsi gli affari propri (lo dico da credente: le chiese italiane), la scuola rimarrà in fondo oppressa da due Ministeri (Salute e Istruzione) che non hanno una visione, non guardano un minuto avanti nel futuro e ancora considerano il virus pandemico come IL problema e non come UN problema.
Per favore. Non so quanti di voi sono d’accordo con me e ve lo domando qui.
Chiediamo per l’ultimo mese di scuola di togliere le mascherine.Chiediamo di unire i banchi.Chiediamo di fare un mese di scuola come si è sempre fatto.Chiediamo di essere all’altezza del futuro che desideriamo, che è fatto di incontri, rischio, bellezza, sorrisi.
Ci siamo occupati per due anni dei polmoni degli studenti italiani. È ora di prendere coraggio e responsabilità, e di occuparsi delle loro menti.
E dei loro cuori.
Ci state?