Alle mie lettrici

Ogni volta che scrivo un nuovo romanzo, arriva un momento ben preciso, e sempre lo riconosco, nel quale dimentico i miei lettori. Mi dimentico di tutti loro. Delle loro facce. Di cosa mi chiedono. Di cosa vorrebbero. Di come aspettano.

Lo faccio per difesa. Perché rispettarli, rispettare i miei lettori, significa per me provare a portarci avanti, spiazzare, non accontentare subito ma, nel bene, provare a mettere tutti un po’ nei guai.

I miei lettori li immagino così, esattamente così: come persone disposte a finire nei guai in nome di un libro, di una storia. Di un desiderio.

E poi li incontro. Come a Mantova al Festivaletteratura. Eccovi qua, lettori miei. Così diversi da me.

Spero che Irma Kohn vi metta nei guai. Anzi, un po’ ne sono certo. Se Rizzoli mi sente, va a finire che, chissà…

Perché “Irma Kohn è stata qui”. E voi siete qui con lei.

Per chi scrive, è la felicità più grande: sapere che i propri personaggi sono accompagnati per strada da persone come voi.