Lavorare coi giovani

Lo ammetto: scriverlo fa subito vecchio. Tecnicamente vengo considerato giovane anche io, ma a 44 anni, cari amici, non mi considero più tale nemmeno con uno sforzo d’ottimismo.
Tra i desideri che ho per il nuovo anno ce n’è uno a cui tengo molto, e lo scrivo così come mi viene: lavorare coi giovani.
Già da qualche anno lo sto praticando, ma non mi basta mai. Comprendo che guardare una generazione avanti mi fa bene. Non so se faccia bene ai giovani che lavorano con me (e francamente, da egoista, poco mi importa). Però vedo occhi meravigliosi, storie grandi che cresceranno.
Mi piacciono. Mi danno pace e speranza. Mi mettono alla prova. Capisco di imparare molto da loro.
Per esempio, lavorerò con la violista Alice Castelnuovo. Stiamo preparando in Emilia una serata (e un matinée) dedicati alla musica del ghetto di Terezin. Si intitolerà NON TI HO PROTETTA DA NULLA. Un quartetto d’archi di giovani musiciste accompagnerà le mie parole, ma soprattutto viceversa: verranno eseguite musiche scritte nel ghetto da compositori ebrei. La somma delle loro età supera la mia, ma non di molto… Con le violiniste Irene Barbieri e Lucia Gazzano (che suoneranno su violini costruiti a Terezin), e la violoncellista Alice Boiardi.
Poi continuo a salire sul palco tra Veneto, Toscana, Romagna e Alto Adige per FU STELLA con due ballerine diversissime pur somiglianti, amicissime pur lontane, che si alterneranno nelle varie repliche. Con Fiammetta Carliballola e Eleonora Caselli rischierò come sempre la schiena, mettendoci la faccia volentieri.
A luglio arriverà qualcosa di succoso su un colle toscano, in una piazza all’aperto che è già teatro. Un mio libro diventerà scena teatrale. Con l’aiuto di due giovani e talentuosissimi professionisti come Tatjana Motta e Pablo Solari. Ma è tutto così in lavorazione che rilancio la puntata alle prossime settimane.
Con la mia attrice feticcio (pardon) Valentina Ghelfi ho qualche progettino a cui mettere i puntini sulle i. Un progetto vedrà la luce ma è talmente top secret che nemmeno io so ancora tutto.
So che coinvolgerà sei persone in scena e tre musicisti dal vivo… con due ballerine (immaginate chi), Fruzsina László, Martina Perodi, Romina Rabija… e i musicisti di Fandujo, Paola Lo Curto, Germán Montes de Oca e le musiche di Pierpaolo Palazzo. Vi dirò.
Fine del primo buon proposito.