Le risposte, e dove cercarle

io: «Quante pagine hai segnato. Le hai studiate?»
lei (ragazza di terza media): «Ogni segno è una dubbio che ho».

Avevi cento domande su Anne Frank, e mi hai guardato come si guarda chi ha tutte le risposte. Ma quanto sono forti le domande se confrontate alle risposte? Fortissime, invincibili. Insuperabili per poesia, bellezza, orizzonti. Le risposte a volte chiudono. Le domande, invece, sono presagi e attese, desideri profondi.

Avevi cento domande su Anne Frank e nemmeno una era nata per curiosità.

È stato strano. Essere imbarazzato per le troppe risposte, per le troppe cose che sapevo: una sensazione che non avevo mai provato prima. Ho capito d’essere sbagliato, e di sbagliare ad avere così tante sicurezze.

L’ho rilanciata su di te, ti ho ascoltata, ho finto così bene di non sapere fino ad arrivare a non sapere per davvero.

È stato come ricominciare. Ed è stato bello, un momento di concordia tra i tuoi desideri e quel che potevo essere, prima ancora delle risposte.

Perché forse risposte non ce ne sono, in certi tempi, e quel che conta è solo la voglia di trovarle.