Leggere è come fare la ruota

In un’intervista aveva detto:

«Mi piace camminare sui tetti, e inizio ogni giorno facendo la ruota sul pavimento. Lo faccio perché leggere è come fare la ruota: vedi il mondo all’incontrario e rimani senza fiato».

Lei è Katherine Rundell, scrittrice molto british che ha passato dieci anni da piccola nello Zimbabwe. Ci siamo conosciuti a cena perché abbiamo lo stesso editore.

Rundell è straordinaria. A pensarci, ha scritto solo belle cose (La ragazza dei lupi, Capriole sotto il temporale, Sophie sui tetti di Parigi, L’esploratore… tutti Rizzoli, anche il prossimo nel 2020), ma a cena non si parla di libri. O meglio, non se ne parla come si pensa.

Era curiosa di conoscere le passioni di Anne Frank, e io di sapere perché a Katherine piace camminare sui tetti. Mi ha chiesto tante cose su Venezia perché ci andrà in vacanza, e io ho domandato un po’ di cose sulla Regina, ovvio, che a Londra è la sua vicina di casa.

La domanda “ora cosa stai scrivendo?” ce la siamo fatta. Tra scrittori è una domanda pericolosissima, ma vuol dire amicizia.

La ruota no. Quella per fortuna Katherine non me l’ha chiesta. Però i cretini con la lampada… perché no?