Riconciliazione nazionale, secondo me

(seconda postilla al 25 di aprile, con una piccola antologia di fesserie)

Più di una voce in questi giorni mi ha chiesto conto della cosiddetta “riconciliazione nazionale”. Per riconciliazione nazionale s’intende solitamente qualcosa di fumoso e teorico, una specie di auspicabile pace tra chi vinse la seconda guerra e chi la provocò, in nome del fatto che da “entrambe le parti” (è la dicitura corrente) ci furono nefandezze, stragi, crudeltà. Ed entrambe le parti desideravano il bene dell’Italia, ciascuna a modo proprio.

Ecco come la penso. Ma prima, come promesso, una piccola antologia di fesserie commentate.

Fesseria #1
DA ENTRAMBE LE PARTI CI SONO STATI CRIMINI
Risposta banale: si chiama “guerra”. Risposta più sensata: i crimini da parte fascista erano istituzionali. Ossia il fascismo in sé era crimine e istituzionalizzava il crimine. I crimini da parte partigiana (documentati in numerosi libri) erano una frazione di una battaglia sacrosanta.

Fesseria #2
I CRIMINI PARTIGIANI SONO RIMASTI NASCOSTI
È la fortuna dei libri di Pansa. Può essere vero fino ai primi anni Ottanta, forse. Ossia quarant’anni fa. Poi, ciccia. Chi afferma questa fesseria non ha letto nemmeno uno dei libri dedicati ai crimini partigiani, altrimenti si sarebbe accorto che sono documentati diffusamente. Fa il paio con “e allora le foibe, non se ne parla mai”: quando invece ci sono da una ventina d’anni decine di accurati studi storici. Ma l’impressione è che li leggano solo quelli che non pensano fesserie. Prova? Chiedete a uno di quelli che “allora le foibe” il numero preciso (preciso, non all’unità ma perlomeno al migliaio) dei morti infoibati. Sparerà ogni volta cifre a caso, di solito sovrastimate.

Fesseria #3
IL FASCISMO HA FATTO ANCHE COSE BUONE
È la più diffusa. Abbiamo compreso che nel tempo è inutile qualsiasi argomentazione storica. Chi la pensa così, la pensa così e non cambia. Stavo per scrivere “idea”. No, non sopravvalutiamo chi la pensa così. Già scrivere “pensa” è fargli un bel favore. Urge TSO nazionale per chi dice che il fascismo eccetera…

Fesseria #4
LA STORIA LA SCRIVONO I VINCITORI
Risposta: la storia la scrivono gli storici. Che curiosamente non la pensano tutti nello stesso modo e anzi si accapigliano sui contenuti e litigano anche. È però un classico del complottismo. C’è sempre qualcosa che ti hanno nascosto. Dove, non si sa, perché chi dice questa cosa di solito non frequenta saggi storici, studi scientifici, articoli e convegni. I meme di Facebook sono il massimo della formazione culturale. Ma proprio il top.

Fesseria #5
IL 25 APRILE È UNA FESTA DIVISIVA
Frase pronunciata sempre da chi crea divisioni proprio il 25 aprile. E se la gode che sia così.

Ma eccomi alla risposta sulla “riconciliazione nazionale”. C’è già stata. Sì, ho scritto proprio così: c’è già stata. Provo a semplificare. Alla fine della Seconda Guerra, le nazioni che avevano scelto / subito i regimi si sono trovate a un bivio. Di fronte a evidenti crimini di guerra, cosa faccio? Dal punto di vista legale dovrei processare mezza nazione. Ma non si può. Così si processano i capi, i gerarchi, gli ufficiali, e si lasciarono perdere, o più o meno stare, tutti i pesci “piccoli”. Naturalmente non considero un pesce piccolo uno che, per esempio, ha fatto la guardia ad Auschwitz. Quel soldato è un complice. Ma dal punto di vista giuridico militare, nei primi tempi dopo la fine della guerra, si scelse di processare solo i pezzi grossi. Dal punto di vista invece dei ruoli istituzionali, sia in Germania che in Italia le cose non cambiarono. In Germania se ne accorsero negli anni Sessanta, quando i figli scoprirono che i padri erano stati nazisti ma erano ancora tutti lì, al loro posto di poliziotti, questori, giudici, insegnanti…
In Italia, i grossi gerarchi fascisti in modi diversi vennero condannati. Ma più sotto non si scese, così come in Germania. Diffusamente sul suolo nazionale chi era stato fascista mantenne il proprio ruolo istituzionale, anche importante. Mantenne il proprio lavoro anche chi lo aveva sottratto ad altri in nome del fascismo (per esempio i professori universitari che avevo preso il posto dei colleghi ebrei allontanati dalle cosiddette “leggi razziali”).

Ditemi che non è una riconciliazione nazionale questa. Dimostratemi che non la è. I fascisti in nome della pacificazione rimangono al proprio posto e vengono inseriti in un clima e in un percorso democratico. Come la chiamate? Io la chiamerei “fregatura”, ma è quello che avvenne. Cosa volete più di questo? Forse avreste voluto che i fascisti non perdessero la guerra?

Sto semplificando molto, ma per capirci. Tutto accaduto, settant’anni fa.
Dunque, per cortesia, tutti voi che la menate (anche a me) sulla riconciliazione nazionale, ragionate su questo: c’è già stata, solo che non ve ne siete accorti.

Sotto sotto, se volete che qualcuno dica che fascisti e partigiani erano la stessa cosa, due facce di una medaglia chiamata Italia, sappiate che sì. La erano. Ma una faceva proprio ribrezzo.