Le parole di Anne Frank

Oggi posso rivelare perché da tempo non escono libri miei. Non che se ne siano accorti in molti, ma io sì. Eccome. Per l’intero 2015 ho lavorato a un progetto difficile, che mi ha riempito di preoccupazioni e di attese: ho curato la nuova edizione italiana del Diario di Anne Frank, per Rizzoli. Fare il curatore è un po’ come fare il regista: stai vicino a chi tradurrà l’olandese, sistemi la struttura dei testi, decidi cosa va e cosa non va, scegli la foto della copertina. Tutti i giorni, e tutte le notti, per tutto il 2015, è stato un lavorìo incessante e pieno di scoperte, enigmi, telefonate, dubbi, parole che ti accompagnano per ore e giorni e finalmente, quando meno te lo aspetti, si rivelano in tutta la loro bellezza.

Con l’aiuto di Dafna Fiano, che ha tradotto i testi, sono state recuperate le parole più vere di Anne. Ci siamo avvicinati alla giovane Anne rispettandola, rimanendo un passo indietro. È stato un anno pieno di silenzio, a pensarci bene. E il 2016 è stato ancora silenzioso, abbiamo mantenuto un segreto che avevamo voglia di dire a tutti. Lo sapeva una manciata di persone.

A 40 anni avrei forse voluto scalare la mia prima cima del monte Rosa, e invece mi è toccato questo. Ho affrontato il lavoro nello stesso modo. Se in montagna credi di essere il protagonista, senza paura e senza dubbi, la montagna ti abbandonerà. E non avrai scampo. Così anche per Anne: lei è la protagonista, e va avvicinata come si avvicina una cima, sapendo che ogni passo sarà importante, che ogni dubbio sarà vita, ogni paura darà senso a quello che stai facendo. E che il panorama, da lassù, sarà ciò che senza saperlo avevi sempre desiderato.

Tra pochi giorni uscirà una Anne Frank come forse non l’avete mai letta. Io, se non vi spiace, mi siedo per qualche minuto.