Se le gocce di pioggia fossero cioccolata

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Leggo le notizie online sempre più in fretta, ormai. Eppure a volte ci sono news che mi commuovono. In Messico una maestra d’asilo sente fuori dalla finestra i colpi di pistola di una sparatoria. Non urla, non fa fuggire i bambini. Li fa coricare sul pavimento e si mette a parlare loro, con calma, con dolcezza. Nel video la sua voce è a tratti interrotta dai colpi. Parla con una bimba che alza la testa: «Non accade nulla, metti la testa giù». Non accade nulla.

Mi commuove la forza enorme dei piccoli gesti. Più forte delle pallottole, non accade nulla. Come se la protezione che contro tutti garantisci ai bambini, contro le immagini violente, contro le parole violente, contro i gesti violenti, fosse una protezione anche fisica. E poi la maestra fa la cosa geniale, la scelta perfetta: canta. Si mette a cantare, con le pallottole in sottofondo: «Se le gocce di pioggia fossero di cioccolata…» Dimenticarsi degli spari, dimenticarsi della violenza, ci sei tu, maestra, che ci proteggi con le tue parole, con le tue canzoni. Una così andrebbe fatta ministro dell’istruzione. Una dolcezza bulletproof: che bello sarebbe, se le pallottole fossero di cioccolata. Il video qui.